Torre del lebbroso
Torre del lebbroso (FR) Tour du lépreux | |
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Ubicazione | |
Stato attuale | Italia |
Regione | Valle d'Aosta |
Città | Aosta |
Indirizzo | Via Tour de Lepreux, 2 |
Coordinate | 45°44′04.38″N 7°18′56.38″E |
Informazioni generali | |
Tipo | torre |
Inizio costruzione | XI secolo |
Costruttore | Romani |
Materiale | pietra |
Condizione attuale | buona |
Visitabile | no |
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La Torre del lebbroso (in francese Tour du lépreux) è una torre del comune di Aosta, in Valle d'Aosta, innalzata sul lato occidentale dell'antica cinta romana di Augusta Praetoria[1], all'angolo tra la via Jean-Boniface Festaz e la via Jean-Joconde Stévenin.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La Torre del lebbroso venne costruita sui resti di un'antica torre romana e fu in origine nota come torre Friour o De Friours dal nome della famiglia che la abitò[1]. I De Friour, la cui famiglia è citata per la prima volta in un documento del 1191, occupavano anche la Porta Decumana, oggi scomparsa[2]. In seguito la torre venne abbandonata e chiamata localmente Tour de la frayeur (in francese, "Torre dello spavento").
Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1773 fu acquistata dall'Ordine Mauriziano[2]. A quest'epoca deriverebbe il nome attuale, legato alla presenza tra il 1773 e il 1803 di Pietro Bernardo Guasco da Oneglia, un lebbroso che vi fu rinchiuso fino alla morte con la sorella per evitare il contagio della città[3] per fare parte dell'Hospice de charité fondato da Jean-Boniface Festaz. La sua vicenda ispirò le vicende del romanzo Il lebbroso della città d'Aosta (titolo originale in francese Le lépreux de la cité d'Aoste) dello scrittore savoiardo Xavier de Maistre, pubblicato nel 1811[2].
Nel 1890 l'edificio fu restaurato dall'Ufficio regionale pei Monumenti del Piemonte e della Liguria diretto da Alfredo D'Andrade. Oggi appartiene alla Regione Autonoma Valle d'Aosta che ne ha fatto una sede espositiva.
Architettura
[modifica | modifica wikitesto]La Torre del lebbroso è impiantata sulle fondamenta di una precedente torre romana, che il restauro della fine del XIX secolo ha riportato alla luce evidenziandone la struttura a risega[1]. A questa torre se ne aggiunse poi una medievale nel XV secolo, a pianta quadrata, a cui si accedeva tramite una scala esterna coperta da tettoia e al cui interno si trovava la scala a chiocciola a permettere l'accesso ai piani[1]. Le antiche finestre romane sono state in massima parte chiuse, ma le rimanenti ancora danno luce ai piani interni[1].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Carlo Nigra, pp. 100-101.
- ^ a b c Torre del Lebbroso, su regione.vda.it, Regione Valle d'Aosta. URL consultato il 5 febbraio 2012.
- ^ Aosta e altre mete culturali della regione, su naturaosta.it, www.naturaosta.it. URL consultato l'11 febbraio 2012.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- André Zanotto, Valle d'Aosta: i castelli & il Castello di Fénis, Quart (AO), Musumeci, 1993, pp. 43-44, ISBN 88-7032-446-X. (fonte)
- Giuseppe Giacosa, I castelli valdostani, Milano, L. F. Cogliati, 1905, pp. 116-117. (www.archive.org > download) (fonte)
- Carlo Nigra, Torri e castelli e case forti del Piemonte dal 1000 al secolo XVI, vol. II. La Valle d'Aosta, Quart (AO), Musumeci, 1974, pp. 100-101. (fonte)
- Alfredo d'Andrade, Relazione dell'Ufficio Regionale, Torino, 1899, cit. in Carlo Nigra, cit., pag. 101.
- (FR) Xavier de Maistre, Le Lépreux de la cité d’Aoste, 1811. (romanzo)
- Mauro Minola e Beppe Ronco, Valle d'Aosta. Castelli e fortificazioni, Varese, Macchione ed., 2002, p. 39, ISBN 88-8340-116-6.
- Targa commemorativa in viale Conseil des Commis, Aosta, in ricordo della casa in cui Xavier de Maistre scrisse Le lépreux de la cité d'Aoste
- Targa in ricordo di Xavier de Maistre sulla torre del lebbroso di Aosta
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Torre del lebbroso
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Torre del Lebbroso, su regione.vda.it, Regione Valle d'Aosta.
- Le torri, su comune.aosta.it, Comune di Aosta. URL consultato il 5 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 22 febbraio 2012).
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