Val d'Assa

Val d'Assa
Un tratto della valle.
StatiItalia (bandiera) Italia
RegioniVeneto e Trentino
Province  Vicenza   Trento
Località principaliAsiago, Roana, Rotzo, Valdastico, Levico Terme

La Val d'Assa (Èssentaal in cimbro[1], Assatal in tedesco[senza fonte]) è una valle dell'Altopiano dei Sette Comuni, sita tra le province di Trento e di Vicenza (entro i cui ambiti amministrativi si sviluppa principalmente), attraversata dal corso del torrente omonimo.

L'orografia della valle causa spesso la formazione di venti molto forti i quali a loro volta si abbattono con violenza sulla vegetazione provocando lo schianto di numerosi alberi (nella foto un evento del 2007).

Laterale sinistra della val d'Astico, si apre in corrispondenza dell'abitato di Pedescala. Inizialmente risulta profonda e con pendii molto ripidi, ma penetrando nell'altopiano dei Sette Comuni i dislivelli si fanno gradualmente meno marcati. Presenta un andamento piuttosto sinuoso in direzione nordest, ma all'altezza del ponte di Roana (che la supera mettendo in comunicazione Roana e Asiago) piega verso nord e quindi verso nordovest. In corrispondenza delle pendici del monte Portule si dirige a ovest e, entrata in Trentino, termina presso la piana di Vezzena.

La roccia è di origine sedimentaria, costituita essenzialmente da dolomia principale, da calcari grigi e da rosso ammonitico. Elevato è il fenomeno del carsismo tanto da rendere l'acqua in superficie assai rara, nonostante la presenza di alcune sorgenti perenni.

Nel 2015 il Comune di Rotzo ha iniziato l'iter procedurale per il riconoscimento ufficiale del canyon della Val d'Assa come geosito.[2]

Flora e fauna

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Lo stesso argomento in dettaglio: Salamandra atra aurorae.
Salamandra atra aurorae Trevisan 1982, endemismo dell'alta Val d'Assa. La salamandra viene chiamata in lingua cimbra Güllandar Ekkelsturtzo.

I boschi lungo la valle sono caratterizzati dalla presenza di abete bianco, abete rosso, faggio, frassino e acero di monte. Lo strato arbustivo vede la presenza del caprifoglio e del salicone. L'intera struttura vegetazionale è determinata dall'attività silvicolturale.

Meritano di essere ricordati tra gli aspetti floristici la Madreselva alpina, la Fusaria maggiore, la Dentaria a cinque foglie, il Sigillo di Salomone verticillato, il Centocchio dei boschi, la Lattuga montana e l'Orchidea macchiata.

Rilevanti parti della valle, interamente coperta da foreste, sono state intensamente interessate dal Maltempo sul Triveneto del 26-30 ottobre 2018 (Tempesta Vaia) che, a causa dei fortissimi venti, ha provocato lo schianto di migliaia di alberi e la conseguente scomparsa di ampie superfici forestali.

Sull'Altopiano e in particolare proprio in Val d'Assa sono presenti poi numerose specie, rarissime o assenti nel resto delle Prealpi orientali, che sono però comuni nelle Alpi interne ed in Europa centrale: il motivo della presenza di tali specie in questa zona probabilmente è da ricercarsi in una naturalizzazione in seguito all'arrivo di foraggi che seguivano le truppe provenienti dagli Imperi centrali durante la prima guerra mondiale[3].

Tra la fauna vivono diverse specie di ungulati: il capriolo, il cervo, il camoscio e il muflone. È stato più volte avvistato l'orso[4][5], è presente il lupo e non si esclude la presenza della lince.

I boschi della Val d'Assa, habitat primario della Salamandra atra aurorae.

La zona ospita anche un'importante popolazione di uccelli, rappresentata principalmente da specie forestali come il picchio nero, il picchio rosso maggiore, il picchio cenerino, la civetta capogrosso, la civetta nana, l'astore, lo sparviere e il gallo cedrone, oltre a numerose specie di passeriformi.

Relativamente agli anfibi l'area posta a nord è di grande interesse dato che racchiude l'areale distributivo storico della Salamandra di Aurora (Salamandra atra aurorae), taxon considerato come sottospecie della Salamandra alpina (Salamandra atra) e descritto in questa zona solo nel 1982[6]. L'area è poi frequentata anche da altri anfibi quali il tritone alpestre, il rospo comune e la rana montana.

Tra i rettili si segnala la presenza della lucertola vivipara, dell'orbettino e del marasso.

Area archeologica

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Il percorso didattico del Tunkelbald distrutto nel 2021

Prima della costruzione del ponte per attraversare la vallata tra i paesi di Canove e Roana, si doveva percorrere un'antica strada, detta "la Sbarra", che scende fino al fondovalle, dove si incontra una seconda strada, detta "del Pozzo" oltre a numerosi sentieri. Uno di questi sentieri conduce ad una zona denominata "Tunkelbald" (che in cimbro significa "bosco scuro") dove sono presenti delle incisioni rupestri, databili dalla tarda età del Ferro (fine I millennio a.C.) al tardo Medioevo.[7] Secondo la tradizione, le incisioni sono venute alla luce solo nel 1966 a seguito della piena del torrente Assa che liberò il suo greto dagli spessi depositi alluvionali.[8] Poco lontano dal "Tunkelbald" si trova un altro sito ricco di graffiti, detto della "Romita"[9]: ambedue i siti erano recintati e visitabili solo se accompagnati da una guida. Tuttavia, un'altra piena del torrente Assa nel 2021 ha completamente distrutto il percorso didattico progettato a inizio anni duemila, rendendo molto difficile la visita a ciò che rimane del sito, fortemente degradato.[10] Per il pericolo di distacco di pietre dalla parete rocciosa l'accesso al "Tunkelbald" è scoraggiato dall'amministrazione e non autorizzato, in attesa del ripristino del sentiero dei graffiti.[11][12]

Un altro sito di incisioni in Val d'Assa si trova a Sant'Antönle, anch'esso di difficile accesso.[13] Nella zona sono presenti anche alcune grotte nelle quali sono stati rinvenuti fossili di animali preistorici e reperti databili a 3.500 anni fa.[14]

Solo a partire dagli anni ottanta del Novecento i diversi siti delle incisioni rupestri in Val d'Assa sono stati esplorati e indagati in maniera sistematica. L'archeologo Ausilio Priuli segnala la Val d'Assa come tra le maggiori località dell'arco alpino per presenza di incisioni rupestri, dopo la Val Camonica (sito patrimonio dell'umanità Unesco), il Monte Bego (con la Valle delle Meraviglie) e la Valtellina (Parco delle Incisioni rupestri di Grosio).[15] Tra i maggiori siti di incisioni rupestri in Val d'Assa, oltre a quelli già citati, Priuli annovera anche la diga tra il Tunkelbald e il ponte di Roana, sotto al ponte di Roana, Sant'Antönle basso, il sito del Selegen Baible nei pressi della sorgente Rust e Sculazzon, non tutti indagati in maniera approfondita.[16]

Nel luglio del 1996 alle incisioni rupestri dell'altopiano dei Sette Comuni e in particolare a quelle della Val d'Assa è stato dedicato un convegno.[17] Nel 2013, il Comune di Roana ha ribadito la necessità di tutelare l'area di interesse storico e ambientale della Val d'Assa.[18]

Prima guerra mondiale

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L'imperatore Carlo I d'Austria in Val d'Assa in visita alle proprie truppe

Come tutto l'acrocoro dei Sette Comuni anche la Val d'Assa è stata teatro di importantissimi eventi bellici, la valle infatti correva lungo il confine tra l'Impero Austro Ungarico ed il Regno d'Italia. La vallata dopo la primavera del 1916 e sino alla fine del conflitto divenne poi arteria di vitale importanza per i soldati dell'Impero. A Vezzena ed in località "Ghertele" si trovavano anche due dei 41 Cimiteri di guerra dell'Altopiano dei Sette Comuni.

Infrastrutture

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Lo stesso argomento in dettaglio: Ponte di Roana.

Parte della vallata è attraversata dal corso della strada statale 349; inoltre, la provinciale che collega Roana con Asiago, supera la val d'Assa grazie alla presenza del ponte denominato Ponte di Roana, ricostruito nel 1923 a seguito della sua distruzione durante la prima guerra mondiale. Lungo l'intera valle non sorge alcun centro abitato, ma vi sono solamente due osterie.

Osteria all'Antico Termine

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Lungo la strada statale 349 di Val d'Assa, un tempo mulattiera, si trova l'Osteria all'Antico Termine, per secoli rifugio alpestre e stazione di posta. Venne costruita attorno alla metà del XVII secolo lungo il nuovo confine (donde il nome) tra la Federazione dei Sette Comuni e il Sacro Romano Impero. Nel 1866 nei pressi dell'osteria venne fatto passare il nuovo confine di Stato. Attualmente si trova al confine tra le Regioni Veneto e Trentino-Alto Adige.

Originariamente in tronchi squadrati, nei primi dell'Ottocento l'edificio venne ricostruito in muratura.

Proprio a causa della sua posizione, l'osteria durante la prima guerra mondiale si trovò lungo la linea del fronte e fu inizialmente centro operativo della 34ª divisione italiana. Successivamente all'avanzata nemica divenne invece importante sede di comando dell'esercito austro-ungarico (in particolare del 27º Reggimento di fanteria di Graz "König der Belgier"). Vi presero alloggio anche l'arciduca d'Austria e principe d'Ungheria e di Boemia Eugenio Ferdinando Pio d'Asburgo-Teschen e l'imperatore d'Austria, re d'Ungheria e Boemia, e monarca della Casa d'Asburgo-Lorena Carlo I d'Austria[19]. Era inoltre un luogo caro allo scrittore Mario Rigoni Stern.[senza fonte]

L'osteria fu anche rifugio dei reparti partigiani durante la Resistenza.

Osteria al Ghertele

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Altra vecchia osteria presente lungo la valle è l'Osteria del Ghertele (Ghertele in cimbro significa "piccolo giardino").

  1. ^ Umberto Martello Martalar e Alfonso Bellotto, Dizionario della lingua Cimbra dei Sette Communi vicentini (PDF), 1ª ed., Roana, Istituto di Cultura Cimbra A. Dal Pozzo, 1974, p. 132.
  2. ^ Comune di Rotzo, Approvazione del piano di assetto del territorio ed esame delle osservazioni pervenute (PDF), su provincia.vicenza.it, 7 aprile 2016. URL consultato l'8 ottobre 2024.
  3. ^ Scortegagna S., Flora del settore veneto dell'Altopiano di Asiago (Prealpi orientali, provincia di Vicenza), pp. 95-183. Natura Vicentina, Quaderni del Museo Naturalistico Archeologico, Vicenza, 2008.
  4. ^ L’orso a Passo Vezzena ieri ha sbranato un cane, su lusern.it. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  5. ^ L'orso tra i tavoli dell'hotel Vezzena, su ladige.it. URL consultato il 25 luglio 2014 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  6. ^ The IUCN Red List of Threatened Species: Salamandra atra, su iucnredlist.org. URL consultato il 14 gennaio 2012.
  7. ^ Graffiti protostorici della Val d’Assa - Roana, su www.archeoveneto.it. URL consultato il 10 luglio 2023.
  8. ^ Ausilio Priuli 1983, p. 18.
  9. ^ A volte indicato come "Romita" e "Rössle", per la vicinanza tra i due siti.
  10. ^ Redazione, Disastrato il sito dei graffiti della Val d'Assa: il maltempo ha spazzato via il percorso didattico, su La Piazza Web, 25 luglio 2021. URL consultato il 10 luglio 2023.
  11. ^ CAI Asiago, 801 Val d’Assa, su www.caiasiago.it. URL consultato il 10 luglio 2023.
  12. ^ Delibera Di Giunta "Intervento di tutela restauro conservativo e valorizzazione delle incisioni rupestri parco archeologico della Val d'Assa nel Comune di Roana": approvazione in linea tecnica progetto definitivo - esecutivo" [collegamento interrotto], su Comune di Roana, 27 agosto 2021.
  13. ^ Gerardo Rigoni, Imbrattati i graffiti della Valdassa, su Il Giornale di Vicenza, 1º settembre 2017. URL consultato il 10 luglio 2023.
  14. ^ Val d'Assa, su I luoghi di Mario Rigoni Stern. URL consultato il 10 luglio 2023.
  15. ^ Ausilio Priuli 1983, p. 20.
  16. ^ Ausilio Priuli 1983, p. 66.
  17. ^ (EN) Links and short news, in Tracce, n. 4, luglio 1996, ISSN 2281-972X (WC · ACNP). URL consultato il 18 agosto 2023.
  18. ^ Piano degli interventi 2013, Comune di Roana, 2013, p. 67.
  19. ^ Tratto da: Mario Rigoni Stern, Sentieri sotto la neve
  • Leonardi P., Rigoni G., Allegranzi A., Le incisioni rupestri della Val d'Assa sull'Altipiano dei Sette Comuni (Vicenza, Italia), in Preistoria Alpina, 18, 1982, pp. 175-190.
  • Arcà A., Fossati A., Marchi E., Tognoni E., Le ultime ricerche della Cooperativa "Le Orme dell'Uomo" sull'arte rupestre delle Alpi, in Archeologia e arte rupestre. L'Europa, le Alpi, la Valcamonica, Atti del Secondo Convegno Internazionale di Archeologia Rupestre (Darfo Boario Terme, 2-5 ottobre 1997), Milano 2001, pp. 143-146.
  • Bonetto J., Veneto. Archeologia delle Regioni d'Italia, Roma, 2009, pp. 470-471.
  • AA. VV., Le incisioni rupestri della Val d’Assa: Ipotesi a confronto, Atti del Convegno (Gallio-Canove di Roana VI, 6-7 luglio 1996), Vicenza, Gruppo culturale Ass Taal, Soprintendenza per i beni archeologici del Veneto, Comune di Gallio, Comune di Roana, Amministrazione provinciale di Vicenza, 1996
  • Andrea Valente, Tutela e valorizzazione della parete graffita del Tunkelbalt Valdassa – Comune di Roana (VI), tesi di laurea in Progettazione e gestione del turismo culturale, Facoltà di Lettere e Filosofia, Padova, a.a. 2011/2012
  • Ausilio Priuli, Le incisioni rupestri dell'Altopiano dei Sette Comuni, Ivrea, Priuli e Verlucca, 1983.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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