White Pony

White Pony
album in studio
ArtistaDeftones
Pubblicazione20 giugno 2000
Durata48:43
Dischi1
Tracce11
GenereAlternative metal[1]
Nu metal[2][3]
EtichettaMaverick
ProduttoreTerry Date, Deftones
RegistrazioneThe Plant Recording Studios, Sausalito (California)
Registrazione aggiuntiva: Larrabee Sound Studios, West Hollywood (California) e Larrabee Sound Studios, Hollywood (California)
FormatiCD, 2 LP, MC, download digitale, streaming
Altri formati2 CD, 4 LP (2020)
Certificazioni
Dischi d'oroAustralia (bandiera) Australia[4]
(vendite: 35 000+)
Canada (bandiera) Canada[5]
(vendite: 50 000+)
Regno Unito (bandiera) Regno Unito[6]
(vendite: 100 000+)
Dischi di platinoStati Uniti (bandiera) Stati Uniti[7]
(vendite: 1 000 000+)
Deftones - cronologia
Album precedente
(1997)
Album successivo
(2003)
Singoli
  1. Change (In the House of Flies)
    Pubblicato: 27 giugno 2000
  2. Back to School (Mini Maggit)
    Pubblicato: 12 marzo 2001

White Pony è il terzo album in studio del gruppo musicale statunitense Deftones, pubblicato il 20 giugno 2000 dalla Maverick Records.[2]

Si tratta dell'album più venduto del gruppo,[8] nonché il primo in cui il DJ e tastierista Frank Delgado suona come membro stabile, dopo aver collaborato in precedenza ai primi due album del gruppo.

White Pony rappresenta un punto di svolta nella crescita del sound del gruppo, il quale incorpora elementi di new wave, rock psichedelico e post-punk, oltre ad un esperimento di trip hop in Teenager e alcune influenze tratte dalla musica d'ambiente.[2][9] Alla realizzazione dell'album hanno inoltre partecipato vari musicisti d'eccezione: la cantante Rodleen Getsic in Knife Prty, il cantautore Maynard James Keenan in Passenger e DJ Crook alla programmazione.[10] Inoltre, in RX Queen ha partecipato come seconda voce l'allora cantante degli Stone Temple Pilots Scott Weiland; tuttavia il suo nome non appare tra i crediti dell'album.[11]

Insieme all'album precedente, White Pony viene generalmente ritenuto dal pubblico e dai critici il miglior album del gruppo.[2] La rivista statunitense Kerrang! l'ha inserito al terzo posto nella sua classifica dei migliori album del 2000, mentre secondo Alternative Press esso è uno dei dieci album più influenti del 2000 e il secondo migliore album del 2000. Per il brano Elite, nel 2001 il gruppo vinse un Grammy Award alla miglior interpretazione metal.[12]

Il titolo scelto per il disco è un termine slang per indicare la cocaina. Nonostante ciò, il frontman Chino Moreno spiegò come White Pony potesse rappresentare svariati significati:[13]

«Ci sono molti riferimenti a White Pony. Uno di questi è la cocaina, ma c'è dell'altro... Non avete mai sentito niente su quelle dicerie secondo cui se sogni un pony bianco poi farai un sogno erotico? Ci sono molte cose che ruotano attorno ad esso. E c'è una vecchia canzone che dice "ride the white horse". Un chiaro riferimento alla droga.»

White Pony è stato pubblicato in tutto il mondo il 20 giugno 2000 dalla Maverick Records nei formati CD, MC e doppio LP. Contemporaneamente all'uscita della versione standard dell'album, furono pubblicate due edizioni limitate differenti per la copertina: la prima rossa e l'altra nera. Entrambe le versioni contengono una bonus track intitolata The Boy's Republic e presentano un booklet differente rispetto alla versione standard.[14][15] Sette giorni dopo l'uscita dell'album, i Deftones hanno pubblicato come primo singolo Change (In the House of Flies). Il 3 ottobre dello stesso anno fu pubblicata una riedizione che presenta una copertina bianca (anziché grigia come nella versione standard) e una traccia aggiuntiva intitolata Back to School (Mini Maggit), rivisitazione in chiave rap metal di Pink Maggit;[16] tale versione è stata successivamente estratta come singolo nel 2001.

Il 20 giugno 2020 i Deftones hanno annunciato una nuova edizione dell'album al fine di celebrarne il suo ventennale.[11] Pubblicata l'11 dicembre dello stesso anno, la riedizione presenta un disco aggiuntivo intitolato Black Stallion e contenente le versioni remix degli undici brani curate da vari artisti, tra cui DJ Shadow, Mike Shinoda, Purity Ring e Robert Smith.[17] Il remix di Passenger prodotto da Shinoda ha in seguito trionfato ai Grammy Awards 2022 nella categoria Best Remixed Recording.[18]

Testi e musiche dei Deftones, eccetto dove indicato.

Edizione standard

[modifica | modifica wikitesto]
  1. Feiticeira – 3:09
  2. Digital Bath – 4:15
  3. Elite – 4:01
  4. RX Queen – 4:27
  5. Street Carp – 2:41
  6. Teenager – 3:20
  7. Knife Prty – 4:49
  8. Korea – 3:23
  9. Passenger – 6:07 (Deftones, Maynard James Keenan)
  10. Change (In the House of Flies) – 4:59
  11. Pink Maggit – 7:32
Traccia bonus presente nelle edizioni limitate
  1. The Boy's Republic – 4:35
Black Stallion – CD bonus nella 20th Anniversary Deluxe Edition
  1. Feiticeira (Clams Casino Remix) – 2:02
  2. Digital Bath (DJ Shadow Remix) – 3:24
  3. Elite (Blanck Mass Remix) – 5:20
  4. RX Queen (Salva Remix) – 4:14
  5. Street Carp (Phantogram Remix) – 3:31
  6. Teenager (Robert Smith Remix) – 3:07
  7. Knife Prty (Purity Ring Remix) – 4:28
  8. Korea (Trevor Jackson Remix) – 4:31
  9. Passenger (Mike Shinoda Remix) – 4:46 (Deftones, Maynard James Keenan)
  10. Change (In the House of Flies) (Tourist Remix) – 5:02
  11. Pink Maggit (Squarepusher Remix) – 10:12
  1. Back to School (Mini Maggit) – 3:57
  2. Feiticeira – 3:09
  3. Digital Bath – 4:15
  4. Elite – 4:01
  5. RX Queen – 4:27
  6. Street Carp – 2:41
  7. Teenager – 3:20
  8. Knife Prty – 4:49
  9. Korea – 3:23
  10. Passenger – 6:07 (Deftones, Maynard James Keenan)
  11. Change (In the House of Flies) – 4:59
  12. Pink Maggit – 7:32
Gruppo
Altri musicisti
Produzione

Classifiche di fine anno

[modifica | modifica wikitesto]
Classifica (2000) Posizione
Stati Uniti[24] 137
  1. ^ (EN) MacKenzie Wilson, White Pony, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  2. ^ a b c d Tommaso Iannini, Nu metal, Giunti Editore, 2003, p. 32, ISBN 88-09-03051-6.
  3. ^ (EN) Peter Buckley, The Rough Guide to Rock, Rough Guides, 2003, p. 282, ISBN 1-84353-105-4.
  4. ^ (EN) 2005 Accreds (PDF), su Dropbox, Australian Recording Industry Association. URL consultato il 28 settembre 2024.
  5. ^ (EN) White Pony – Gold/Platinum, su Music Canada. URL consultato il 23 giugno 2013.
  6. ^ (EN) White Pony, su British Phonographic Industry. URL consultato il 7 dicembre 2013.
  7. ^ (EN) Deftones - White Pony – Gold & Platinum, su Recording Industry Association of America. URL consultato il 6 maggio 2015.
  8. ^ Danny Stones, Deftones, su Ondarock. URL consultato l'8 maggio 2013 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2010).
  9. ^ Riccardo Bertoncelli, Cris Thellung, Ventiquattromila dischi. Guida a tutti i dischi degli artisti e gruppi più importanti, Baldini Castoldi Dalai, 2006, p. 297, ISBN 978-88-6018-151-0.
  10. ^ (EN) Note di copertina di White Pony, Deftones, Maverick Records, CD, 20 giugno 2000.
  11. ^ a b c (EN) Suzy Exposito, Deftones Announce Upcoming 'White Pony' Remix LP 'Black Stallion', su Rolling Stone, 20 giugno 2020. URL consultato il 17 gennaio 2021.
  12. ^ (EN) White Pony - Deftones : Awards, su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  13. ^ (EN) Interview : Deftones, su sexnrocknroll.com. URL consultato l'11 ottobre 2012 (archiviato dall'url originale il 30 settembre 2007).
  14. ^ (EN) White Pony (Limited Edition Red), su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  15. ^ (EN) White Pony (Limited Edition Black), su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  16. ^ (EN) White Pony (Added Track), su AllMusic, All Media Network. URL consultato l'11 ottobre 2012.
  17. ^ (EN) Deftones' White Pony remix album, Black Stallion, is finally coming in December, su Louder, 30 ottobre 2020. URL consultato il 17 gennaio 2021.
  18. ^ (EN) Evan Minsker, Matthew Ismael Ruiz, Grammys 2022 Winners: See the Full List Here, su Pitchfork, 3 aprile 2022. URL consultato il 4 aprile 2022.
  19. ^ a b c d e f g h i j k l m (NL) Deftones - White Pony, su Ultratop. URL consultato il 4 dicembre 2013.
  20. ^ a b (EN) Deftones – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 28 settembre 2024. Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
  21. ^ (EN) Deftones - Discography, su irish-charts.com. URL consultato il 28 settembre 2024.
  22. ^ (EN) White Pony - Full Official Chart History, su Official Charts Company. URL consultato il 28 settembre 2024.
  23. ^ (HU) Album Top 40 slágerlista: 2021. 16. hét 2021. 04. 16. - 2021. 04. 22., su Hivatalos Magyar Slágerlisták. URL consultato il 28 settembre 2024.
  24. ^ (EN) Year-End Charts - Billboard 200 Albums - 2000, su Billboard. URL consultato il 28 settembre 2024 (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2021).

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]