Analisi forense dei social network

L'analisi forense dei social network è un metodo di scienza forense utilizzato dagli investigatori per individuare e perseguire soggetti pericolosi eventualmente presenti in un servizio di rete sociale.

In alcune situazioni, l'analisi del contenuto pubblicato è servito per riformulare la sentenza giudiziaria in relazione agli atteggiamenti espressi dall'imputato.[1]

Ambiti di indagine

[modifica | modifica wikitesto]

Abuso di alcol

[modifica | modifica wikitesto]

È diventato molto comune, da parte di strutture accademiche, l'uso dei social network per indagare su eventuali violazioni sulla condotta e sui regolamenti organizzativi. Gli studenti sospettati delle violazioni possono essere scoperti dalle immagini, dalle chat o dalle date dei party affisse sulle omonime pagine.

Bullismo informatico

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Cyberbullismo.

Facebook e altri social network sono utilizzati per atti di bullismo e vandalismo fuori dalla scuola. Gli studenti, infatti, quando compiono qualche reato, riprendono le immagini o filmano alcune scene col telefonino e le pubblicano sul sito; è stata in seguito avviata un'attività presso la Thames Valley Police inglese, durante la quale un giovane volontario ha aiutato la polizia a verificare le pagine del social network; la polizia, una volta confermati i sospetti, ha inviato un avviso ai genitori del cyberbullo sulle possibili conseguenze di determinati comportamenti[2].

Il ruolo di Facebook

[modifica | modifica wikitesto]

Facebook permette agli utenti di creare pagine e profili con dettagli personali. Nei primi anni di vita del sito, queste pagine potevano essere visitate dagli utenti registrati delle altre scuole, compresi assistenti, tutor, vigilanti e altri professionisti. Successivamente, i termini di servizio sono stati modificati per permettere agli utenti di decidere su chi effettivamente potesse vedere tali informazioni.

È sorto un dibattito sull'etica e sulla liceità dell'accesso a tali informazioni da parte degli amministratori scolastici per comminare sanzioni agli studenti solo sulla base di quelle informazioni. I termini d'uso di Facebook prescrivono che «il sito è accessibile per uso personale e non commerciale», confermando dunque la possibilità di effettuare indagini da parte degli inquirenti[3]. Il portavoce di Facebook, comunque, ha dichiarato che il popolare social network è un forum pubblico e che tutte le informazioni ivi contenute possono essere accessibili a tutti, anche agli amministratori scolastici. Esperti legali confermano che le fonti attinte da Facebook possono essere tranquillamente utilizzate nelle indagini giudiziarie[4]. All'indomani degli incidenti di Vancouver, i cittadini parteciparono all'identificazione dei teppisti che fu poi possibile arrestare grazie all'analisi forense dei social network[5][6]

  1. ^ "TCourt Case Decision Reveals Dangers of Networking Sites", su dailynexus.com, 28 febbraio 2007. URL consultato il 7 marzo 2007 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2007).
  2. ^ (EN) Thames Valley Police to use Facebook to catch cyberbullies (archiviato dall'url originale il 13 marzo 2011).
  3. ^ Terms of Use.
  4. ^ "The Facebook: not just for students", su browndailyherald.com, 3 novembre 2005. URL consultato il 14 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 3 gennaio 2007).
  5. ^ Vancouver riots 2011: Crown to look at potential charges, Global News, 20 giugno 2011. URL consultato il 21 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 14 marzo 2012).
  6. ^ "Police overwhelmed by social media evidence", in CBC News, 20 giugno 2011. URL consultato il 20 giugno 2011.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]