Cardo gobbo di Nizza Monferrato
Cardo gobbo di Nizza Monferrato | |
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Origini | |
Luogo d'origine | Italia |
Regione | Piemonte |
Zona di produzione | Nizza Monferrato, Incisa Scapaccino, Castelnuovo Belbo e altre zone intorno al torrente Belbo (Provincia di Asti) |
Dettagli | |
Categoria | ortofrutticolo |
Riconoscimento | P.A.T. |
Settore | Prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati |
Il Cardo gobbo di Nizza Monferrato è un vegetale che rientra nel genere Cynara, appartenente alla famiglia delle Asteraceae, anche detta Compositae.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Noto nella varietà detta spadone, ha per nome scientifico Cynara cardunculus L. var. altilis D.C. e per area di produzione Nizza Monferrato e i comuni limitrofi, in particolar modo i terreni sabbiosi del fiume Belbo.
La denominazione "gobbo" deriva dal tipo di coltivazione cui è sottoposto. A Nizza Monferrato questo ortaggio, per superare la rigidità dell'inverno, viene parzialmente sotterrato; in questo modo la pianta, nel tentativo di cercare la luce, si curva verso l'alto assumendo la caratteristica forma gobba. Questo trattamento permette alla pianta di superare i mesi più freddi e, in particolare, rende il gambo bianco, più tenero e delicato al palato. Nel saluzzese, invece, il cardo viene impacchettato con pesanti fogli di carta legati intorno strettamente: la pianta assume così un aspetto diritto, bianco e tenero.
Uso in cucina
[modifica | modifica wikitesto]Famoso è il suo utilizzo nella bagna càuda, piatto tipico della gastronomia piemontese.
Riconoscimenti
[modifica | modifica wikitesto]- Il cardo gobbo di Nizza è inserito nell'elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani dalla regione Piemonte.
- Il cardo gobbo è Presidio Slow Food.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Cardo gobbo di Nizza Monferrato
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda del prodotto sul sito della regione Piemonte, su regione.piemonte.it. URL consultato il 16 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2008).
- Scheda del prodotto sul sito dei presidii Slow Food, su fondazioneslowfood.it. URL consultato il 28 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).