Cucina piemontese

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Frontespizio del libro La cuciniera piemontese, edito nel 1771 a Vercelli
Carne cruda all'albese
Vitello tonnato
Agnolotti
Risotto con tartufo bianco d'Alba
Panissa vercellese
Fritto misto
Castelmagno
Grissini
Bonèt
Panna cotta
Gianduiotti

La cucina piemontese è ricca di piatti e prodotti tipici. Si va da prodotti in vendita, quali insaccati e formaggi, a piatti della tradizione culinaria.

Caratteristiche

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È una cucina molto varia, che ruota intorno a ingredienti come la carne di vitello, il vino, spesso anche usato per cuocere gli alimenti, il burro, che serve a stemperare i sapori aggressivi di molti cibi, il tartufo, la selvaggina, i pesci d'acqua dolce, il riso, le verdure come i peperoni, i cardi e i porri.[1][2] Risente in parte dell'influsso della cucina francese; lo dimostra in particolare l'importanza degli antipasti, un insieme di portate che precede quello che è tradizionalmente chiamato primo piatto e volti a stuzzicare l'appetito. In Francia queste portate sono meno numerose e prendono il nome di entrée.[1] Gli antipasti spaziano da peperoni insaporiti con intingoli alla fonduta, dalla carne cruda all'albese all'insalata di ovuli e tartufi, dal vitello tonnato al grande assortimento di salumi e formaggi. Tra questi citiamo il bruss, il Bra, il bettelmatt e il castelmagno.[2]

L'olio e le acciughe, entrambi di provenienza ligure, vengono utilizzati per preparare pietanze come la bagna càuda, uno degli alimenti più caratteristici del Piemonte.[2] Fra i primi piatti della regione si annoverano gli agnolòt ripieni di manzo, salsiccia, verza e tartufo e consumati al naturale o conditi con burro e salvia o il ragù, gli gnocchi alla bava e i tajarin, spesso conditi con olio e tartufo.[1][2] Degni di nota sono anche gli alimenti a base di riso; questo un prodotto acquisito relativamente di recente, fra epoca medievale e moderna, e che viene usato per preparare alcuni piatti tradizionali della Lomellina, del Vercellese e del Novarese, come la paniscia e il risotto con le rane.[2] La carne di vitello è alla base di molti secondi piatti tradizionali, come il fritto misto (ove coesistono carni, frattaglie, verdure, semolini e amaretti), il vitello tonnato, il brasato al barolo, il bollito misto (da consumare con il bagnet verd di acciughe e prezzemolo e il piccante bagnet ross) e la finanziera (una complessa ricetta contenente vitello, frattaglie di carne e funghi infarinati e cotti nel burro). Fra i secondi tipici, preparati usando altri tipi di carne, vi è il famoso pollo alla Marengo con i funghi, così come il tapulon di asino.[1][2] Importantissimi sono anche i dolci, spesso preparati usando le nocciole e il cacao, come la cioccolata in tazza, i gianduiotti, i baci di dama, i savoiardi, gli amaretti e moltissime altre varietà di biscotti.[2] Il Piemonte è terra di celebri vini, come ad esempio il barolo, l'arneis, la barbera e molti altri.[1]

Piatti tipici

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Il Ministero delle politiche agricole e alimentari, in collaborazione con la Regione Piemonte, ha riconosciuto 341 prodotti piemontesi come "tradizionali". Il Piemonte è la sesta regione d'Italia per numero di prodotti, dietro a Campania, Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Veneto.[3]

Lo stesso argomento in dettaglio: Prodotti agroalimentari tradizionali piemontesi.

Tra le varie specialità, il Piemonte è conosciuto per molti piatti e formaggi tipici, tra cui:

I salumi, nella gastronomia piemontese, vengono serviti come antipasto. Altri antipasti tipici piemontesi sono:

Secondi piatti

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Salumi e insaccati

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  1. ^ a b c d e La grande cucina regionale - Piemonte, Il corriere della sera, 2005, introduzione.
  2. ^ a b c d e f g Stella Donati, Il Grande Manuale della Cucina Regionale, Euroclub, 1979, pp. 18-22.
  3. ^ Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali - Ventesima revisione dell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali, su politicheagricole.it. URL consultato il 2 giugno 2020.
  4. ^ La grande cucina regionale - Piemonte, Il corriere della sera, 2005, p. 26.
  5. ^ Anna Gosetti della Salda, Le ricette regionali italiane, Solares, 1967, p. 12.
  6. ^ Il pasticcino squisitamente piemontese che tanto piaceva a re Umberto I, su piemontetopnews.it. URL consultato il 6 novembre 2020.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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