Federico I di Wettin
Federico I (960 circa – Eilenburg, 5 gennaio 1017) fu conte di Eilenburg.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Era figlio del conte Teodorico I e fratello di Dedo I di Wettin. La sua data di nascita è sconosciuta.
Insieme a suo fratello Dedo, amministrò il Burgward di Zörbig, che era stato dato in feudo ai loro antenati prima del 1009[1][2]. Negli anni '70 del X secolo (973/78) Federico era forse il Vogt della cattedrale di Magdeburgo. Si oppose assieme ad altri grandi alle pretese di Enrico II il Litigioso[3][4]; sempre in questo contesto, Wagio, cavaliere del duca Boleslao II, sostenitore di Enrico II, tornò a Meißen e chiese a Federico tramite un interprete di poter interloquire in una chiesa fuori città (la chiesa di San Nicola[5][6]) con un amico e guardia del corpo (oltre che burgravio[7]) del margravio Rikdag, zio di Federico: questo accettò ed uscì dall'abitato, venendo ucciso in un'imboscata presso il torrente Triebisch[8][9]. Il fatto che Tietmaro dica che appena «[...] fu uscito, la porta si chiuse dietro di lui» potrebbe indicare un'allusione all'accettazione dell'atto, in quanto effettivamente Meißen si consegnò a Boleslao II ed esso le fornì una guarnigione, senza contare che, prima del colloquio con Federico, Wagio si era fermato a parlare con alcuni abitanti.
L'imperatore Enrico II gli affidò temporaneamente la supervisione del castello di Meißen nel 1009[10][11] e nel 1015 (in questo caso per quattro settimane)[12][13]. Nel 1012 Federico rimase accanto all'arcivescovo di Magdeburgo Waltardo poco prima che questo morisse[14][15].
Oltre ai suoi allodi, le basi del suo dominio includevano la civitas Eilenburg, a ovest dell'allora marca di Lusazia, così come il governo nel Gau Quezizi vicino a Eilenburg. Quando Federico morì nella notte tra il 5 e il 6 gennaio (Epifania) 1017, lasciò le sue proprietà allodiali alle sue tre figlie e trasferì Eilenburg a suo nipote Teodorico I, poiché non aveva discendenti maschi[16][17].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tietmaro, Libro VI, 50, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 168, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro VI, 50 (34), in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 471, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Libro IV, 2, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 88, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro IV, 2 (2), in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 235, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 89, nota 15, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, a cura di Piero Bugiani, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 238, nota 20, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, a cura di Piero Bugiani, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 238, nota 21, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro IV, 5 (4), in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 239, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Libro IV, 5, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 89, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro, Libro VI, 54, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 170, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro VI, 54, in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 477, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Libro VII, 23, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 204, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro VII, 23 (15), in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 573, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Libro VI, 70, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 176, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro VI, 70, in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 495, ISBN 978-88-99959-29-6.
- ^ Tietmaro, Libro VII, 50, in Cronaca di Tietmaro, collana Fonti tradotte per la storia dell'Alto Medioevo, traduzione di Matteo Taddei, Pisa University Press, p. 218, ISBN 978-8833390857.
- ^ Tietmaro di Merseburgo, Libro VII, 50 (35), in Piero Bugiani (a cura di), Chronicon. L'anno mille e l'impero degli Ottoni, collana Bifröst, traduzione di Piero Bugiani, Viterbo, Vocifuoriscena, 2020, p. 613, ISBN 978-88-99959-29-6.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Stefan Pätzold, Die frühen Wettiner. Adelsfamilie und Hausüberlieferung (Geschichte und Politik in Sachsen; 6), Köln, Böhlau, 1997, ISBN 3-412-08697-5.
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