Gaetano Arcangeli

Gaetano Arcangeli

Gaetano Arcangeli (Bologna, 19 aprile 1910Bologna, 8 settembre 1970) è stato un poeta italiano.

Nacque da padre romagnolo e madre bolognese. Trascorse la sua infanzia in una vecchia casa del centro storico di Bologna assieme al fratello Francesco, futuro storico dell'arte, e alla sorella Bianca. I periodici soggiorni estivi con i suoi familiari sulla costa romagnola fecero affiorare la sua natura riflessiva con tendenza all'isolamento pensoso.[1] Le condizioni di salute del padre ipovedente e le conseguenti difficoltà economiche lo costrinsero a impartire lezioni private e ad assumere precoci responsabilità in ambito familiare.

Dopo gli studi secondari frequentò la facoltà di lettere all'università di Bologna e si laureò con una tesi su Giovanni Pascoli. Subito dopo insegnò all'istituto magistrale "Carlo Sigonio" di Modena, dove conobbe e diventò amico del poeta Vittorio Sereni. A partire dal 1944 insegnò ininterrottamente, fino alla morte, al liceo classico "Galvani" di Bologna, come titolare di una cattedra di italiano e latino.

Pur avendo frequentato artisti, poeti e scrittori affermati come Giuseppe Ungaretti, Giorgio Morandi, Giuseppe Raimondi, la sua attività letteraria si svolse in assoluta solitudine, lontano da gruppi e salotti e non senza difficoltà in ambito editoriale e critico. «Una interminabile vicenda di approcci e di rifiuti» egli confessò in Ritratti su misura riferendosi al suo Passi notturni (1959) «mi sembra solo in parte giustificabile con il carattere solitario e lirico, controcorrente, dell'opera. Che risponde poi fedelmente al mio carattere e costume personale: non frequento ambienti (...). Non concepisco i gruppi e le conversazioni di caffè e salotto letterario.»[2] Citando questa confessione dello scrittore appartato e schivo, Renato Bertacchini osserva che tale atteggiamento non era da attribuirsi a «superbo e malinteso individualismo», bensì ad una concezione della poesia intesa come «attività regolata sui ritmi della natura e della vita umana».[3]

Tra versi e prose

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Il volume Dal vivere (1939) raccoglie le prose e poesie giovanili di Arcangeli, a partire dal 1927. Vi prevalgono le prose e i paesaggi romagnoli, San Marino e il «medievale paesano Appennino». Il decennio successivo vede invece svilupparsi, con Solo se ombra (1951), la ricerca lirica con progressivo allontanamento dall'ermetismo. Vi si ritrovano i principali motivi ispiratori, che poi ricorreranno nelle raccolte successive con accenti più maturi, ma anche più aspri e risentiti. Così la dolorosa memoria del padre, i paesaggi dell'infanzia scomparsi assieme ai volti degli amici perduti, i disastri della seconda guerra mondiale e la «blanda catastrofe» che lo fa sentire «morto alla rissa del mondo».[4]

Tra i leitmotiv ricorrenti in tutta la produzione poetica, la natura misteriosa e ostile: ora come «paura del mare», l'Adriatico dell'infanzia e dell'adolescenza, che diventa una voce «ostile, misteriosa e perfida come quella di un mostro implacabile che ruba la vita agli uomini e poi getta le vittime sulla spiaggia, con noncuranza»[5]; ora come perdita, desolazione e condanna alla inesistenza: la montagna disabitata e sconvolta dal turismo di massa, un senso di squallore e di perdita definitiva che riecheggia nel poemetto L'Appennino (1958).

Negli ultimi anni predomina la polemica letteraria su periodici e quotidiani (La Fiera letteraria, Il resto del Carlino, Il Caffè, con rubriche come «Colèdoco» e «Diario dell'appartato») e anche la poesia si carica di accenti satirici, come nella raccolta Canzonetta all'Italia (1969), dove il titolo ricalca ironicamente quello della famosa Canzone all'Italia del Petrarca. È stato puntualizzato come queste insofferenze non sconfinassero nell'acredine, essendo «scherzi, epigrammi e satire allo stato puro»[6] Bersagli preferiti sono i finti letterati, le presunte avanguardie e i sedicenti «novissimi» che pullulano nel mondo della cultura e intorno ad esso. Questa tenace battaglia controcorrente si accompagna peraltro all'intenso amore per la poesia, che allevia la solitudine di questo poeta.

  • Dal vivere, Bologna, Testa, 1939.
  • Solo se ombra, Parma, Guanda, 1951; Milano, Mondadori, 1954.
  • L'Appennino, Padova, Rebellato, 1958.
  • I passi notturni (racconti), Padova, Rebellato, 1959.
  • L'Appennino e nuove poesie, Milano, Mondadori, 1963.
  • L'anima del mare (racconto lungo), Padova, Rebellato, 1968.
  • Canzonetta all'Italia, Padova, Rebellato, 1969.
  • Le poesie (raccolta postuma), Milano, Mondadori, 1971.
  1. ^ Fonte: Gaetano Arcangeli, L'Anima del mare, Padova, Rebellato, 1968. Anche le successive notizie sono in gran parte ricavate da questo e da altri scritti autobiografici.
  2. ^ Elio Filippo Accrocca (a cura di), Ritratti su misura di scrittori italiani, Venezia, Sodalizio del libro, 1960.
  3. ^ Renato Bertacchini, Gaetano Arcangeli, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume quinto, Milano, Marzorati, 1974, p. 692.
  4. ^ Gaetano Arcangeli, Solo se ombra, Parma, Guando, 1951. Questa raccolta di poesie fu poi riveduta e ampliata nella nuova edizione Mondadori della collana «Lo Specchio», Milano, 1954.
  5. ^ Fonte: Colloquio con Gaetano Arcangeli, in Alto Adige, 25 gennaio 1950.
  6. ^ Renato Bertacchini, Op. cit., p. 704.
  • Fausto Curi, Poesia di Arcangeli, in Corriere del Giorno, 29 settembre 1951; «Le poesie» di Gaetano Arcangeli, in Il Verri, marzo 1973, pp. 139–144.
  • Vittorio Sereni, Questi anni visti da due poeti, in Milano sera, 31 maggio-1º giugno 1951.
  • Fiorenzo Forti, I giorni di Gaetano Arcangeli, in Convivium, numero 3, 1951, pp. 404–411; Presenza dell'Emilia in quattro poeti nuovi, in Portici, Bologna, numero 11, 1951, pp. 65–66.
  • Giacinto Spagnoletti, Cronache di poesia, in Humanitas, Brescia, novembre 1951, pp. 1149–1151.
  • Carlo Bo, Tre poeti in tre isole lontane dalla pubblicità, in L'Europeo, 1º marzo 1959; La fede umana di Arcangeli, ivi, 11 novembre 1971.
  • Alberto Bevilacqua, Omaggio alla poesia, in La Fiera letteraria, 24 maggio 1959.
  • Elio Filippo Accrocca (a cura di), Ritratti su misura di scrittori italiani, Venezia, Sodalizio del libro, 1960, p. 26.
  • Giorgio Bàrberi Squarotti, in Poesia e narrativa del secondo Novecento, Milano, Mursia, 1961, p. 14.
  • Alberto Frattini, Su alcune costanti tematiche e stilistiche di Arcangeli, in Poeti italiani tra primo e secondo Novecento, Milano, 1967.
  • A. De Lorenzi, La solitudine di Arcangeli, in Messaggero veneto, 15 settembre 1970.
  • Luigi Maria Personé, L'anima del mare, in L'Osservatore romano, 14 marzo 1969.
  • Claudio Marabini, Uomo appartato, in Il Resto del Carlino, 16 luglio 1969.
  • Giuseppe Raimondi, Il poeta appartato, in Il Resto del Carlino, 8 settembre 1971.
  • G. L. Zucchini, Un poeta in penombra, in L'Osservatore romano, 15 novembre 1971.
  • Renato Bertacchini, Gaetano Arcangeli, in Letteratura italiana - I Contemporanei, volume quinto, Milano, Marzorati, 1974, pp. 691–707.
  • Marco Forti, Poesia di Arcangeli, in Letteratura italiana - Novecento, volume nono, Milano, Marzorati, 1979, pp. 8518–8525.
  • Giuseppe Marchetti, Ricordo di Gaetano Arcangeli, in La petite capitale e altri studi padani, Parma, La Pilotta, 1979, pp. 199–202.
  • Mario Visani, Arcangeli Gaetano, in Dizionario della letteratura mondiale del Novecento, Roma, Edizioni Paoline, 1980, p. 145.
  • Maurizio Cucchi, Arcangeli Gaetano, in Dizionario della poesia italiana, Milano, Mondadori, 1983, p. 16.
  • Renato Bertacchini, Arcangeli Gaetano, in Dizionario Biografico degli italiani, Roma, Enciclopedia Treccani, 1988, vol. 34.

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