Milizia di difesa territoriale
Milizia di difesa territoriale | |
---|---|
Mappa della Repubblica Sociale Italiana. Le aree segnate in verde facevano ufficialmente parte della R.S.I. ma erano considerate zone di operazione militare sottoposte a diretto controllo tedesco | |
Descrizione generale | |
Attiva | 1943 – aprile 1945 |
Nazione | Repubblica Sociale Italiana |
Servizio | Gendarmeria nella Zona d'operazione del litorale adriatico |
Ruolo | Polizia interna e militare |
Guarnigione/QG | Comando superiore della Milizia per la difesa territoriale del litorale adriatico a Trieste |
Reparti dipendenti | |
cinque reggimenti, suddivisi in tre battaglioni (1800- 1900 uomini ca. per btg.) formati da nove compagnie ciascuno | |
Voci su gendarmerie presenti su Wikipedia |
Milizia di difesa territoriale (MDT o Landschutz-Miliz, come la definivano i tedeschi) fu la denominazione che assunse la Guardia Nazionale Repubblicana (GNR) nella Zona d'operazioni del litorale adriatico (OZAK).
Contesto storico
[modifica | modifica wikitesto]Le legioni della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale (MVSN) presenti sulle terre orientali italiane, che a differenza degli altri organismi militari non si erano sbandati in seguito all'armistizio di Cassibile, reso noto l'8 settembre 1943,[senza fonte] continuarono a funzionare come corpi d'ordine pubblico e di lotta ai partigiani nei giorni successivi grazie all'apporto di numerose camicie nere reduci dai vari teatri di guerra e di giovani volontari che si riconobbero nella nuova versione repubblicana del fascismo.[senza fonte]
Le legioni MVSN erano:
- 55ª Legione "Alpina Friulana" a Gemona
- 58ª Legione "San Giusto" a Trieste
- 59ª Legione "Carso" a Sesana (poi confluita nella 58ª Legione "San Giusto")
- 60ª Legione "Istria" a Pola
- 61ª Legione "Carnaro" a Fiume
- 62ª Legione "Isonzo" a Gorizia
- 63ª Legione "Tagliamento" a Udine
Tali unità furono inquadrate nell'Ispettorato Regionale per il "Friuli-Venezia Giulia", che fu inizialmente tenuto dalla VI Zona delle CC.NN. a Trieste grazie al console generale Aristide Chiappa, poi sostituito dal parigrado Italo Di Pasquale nell'ottobre 1943.
La MVSN diventa GNR
[modifica | modifica wikitesto]A differenza che nell'OZAV - Operationszone Alpenvorland (comprendente i territori delle province di Bolzano, di Trento e di Belluno), nell'OZAK - Operationszone Adriatisches Küstenland (comprendente i territori delle province di Trieste, di Gorizia e di Lubiana) i tedeschi tollerarono, inizialmente, la direttiva del novembre 1943 della Repubblica Sociale Italiana per la creazione della Guardia Nazionale Repubblicana attraverso la fusione della MVSN, dei Carabinieri (solo nelle province di Udine e Gorizia essi risposero in massa all'appello, nelle restanti giurisdizioni la maggior parte finì deportata ed internata in Germania o andò ad ingrossare le file dei partigiani) e della Polizia dell'Africa italiana (PAI), tutte le legioni vi furono inglobate assimilandone gli stessi nomi.
Il 28 gennaio 1944 il colonnello Italo De Pasquale sostituì il maggior generale Angelo Sommavilla quale Ispettore Regionale della GNR per il Friuli-Venezia Giulia.
Da GNR a MDT
[modifica | modifica wikitesto]dal Comando SS e della Polizia dell'OZAK
con a capo l’ufficiale delle SS
Odilo Lothar Ludwig Globocnik[1]
- 1º reggimento della Milizia Difesa Territoriale (o Landschutz Miliz) – Trieste (c.ca 320 uomini);
- 2º reggimento della Milizia Difesa Territoriale (o Landschutz Miliz) – Istria (c.ca 2.000 uomini);
- 3º reggimento della Milizia Difesa Territoriale (o Landschutz Miliz) – Fiume (c.ca 1.500 uomini);
- 4º reggimento della Milizia Difesa Territoriale (o Landschutz Miliz) – Gorizia (c.ca 1.000 uomini);
- 5º reggimento della Milizia Difesa Territoriale (o Landschutz Miliz) – Friuli (c.ca 2.900 uomini).
Nel marzo 1944 pervenne la disposizione del Gauleiter dell'OZAK nazista Friedrich Rainer di divieto riguardo all'utilizzo della denominazione Guardia Nazionale Repubblicana (GNR), direttiva esplicitamente anti-italiana, si dovette, quindi, mutarlo in Milizia di Difesa Territoriale (MDT) (Landschutz-Miliz).
Il Comando Generale della Guardia Nazionale Repubblicana rispose tardivamente alla questione, inviando la missiva di mutamento della denominazione solo il 20 maggio 1944.
Nel giugno 1944 la trasformazione si completò e l'Ispettorato Regionale della Guardia Nazionale Repubblicana per il Friuli-Venezia Giulia divenne Comando Superiore della MDT della Zona d'operazioni del Litorale adriatico, guidato da Angelo Sommavilla, subentrato al maggiore generale Augusto Bastianon, e le 6 Legioni GNR più la 5ª Legione di Milizia Ferroviaria dettero vita a 5 Reggimenti MDT, con un organico, teorico, di 1.800/1.900 militi per reggimento, composto da 3 battaglioni, ognuno dei quali di 3 compagnie.
Il MDT fu così strutturato[2]:
- Comando Superiore della MDT della Zona d'operazioni del Litorale adriatico
- Battaglione Servizi Speciali e d'Istituto a Udine, formato da carabinieri repubblichini
- Compagnia Addestrativa a Buie
- Scuola Allievi Ufficiali e Sottufficiali a Pola
- Battaglione Complementi a Udine
- Compagnia Presidiaria Autonoma a Cherso
- V Battaglione Italiano di Polizia a Gorizia
- Guardia Civica a Trieste (1.300 militi, solo italiani, dall'inizio 1944)
- Guardia Civica a Gorizia (250 militi, italiani e sloveni)
- 1º Rgt. MDT "San Giusto" (ex 58ª Legione "San Giusto") a Trieste, retto da Angelo Sommavilla
- 2 Battaglioni Territoriali
- 6 Compagnie Presidiarie
- 2 Battaglioni Operativi
- 3 Compagnie Operative
- Compagnia Operativa Speciale "OP - Ordine Pubblico"
- 2 Battaglioni Territoriali
- 2º Rgt. MDT "Istria" (ex 60ª Legione "Istria") a Pola
- 2 Battaglioni Territoriali
- 6 Compagnie Presidiarie
- 2 Battaglioni Territoriali
- 3º Rgt. MDT "Gabriele D'Annunzio" (ex 61ª Legione "Carnaro") a Fiume
- 3 Battaglioni Territoriali
- 6 Compagnie Presidiarie
- 3 Battaglioni Territoriali
- 4º Rgt. MDT "Isonzo" (ex 62ª Legione "Isonzo") a Gorizia
- 5º Rgt. MDT "Friuli" (ex 63ª Legione "Tagliamento") a Udine
- 2 Battaglioni Territoriali (in Val Natisone)
- 6 Compagnie Presidiarie
- 3 Compagnie Operative
- 2 Compagnie Operative "Fascisti Friulani"
- Compagnia Operativa "ex-partigiani"
- 2 Battaglioni Territoriali (in Val Natisone)
Ogni reggimento, inoltre, disponeva naturalmente di:
- 1 ufficiale tedesco di polizia che fungeva da collegamento con l'Ordnungspolizei a Trieste e da guida operativa,
- 1 Ufficio Politico Investigativo (UPI) che raccoglieva le informazioni riguardanti le azioni, gli elementi, la dislocazione delle brigate partigiane.
Nel complesso le forze della Repubblica Sociale Italiana presenti nell'OZAK (dove i tedeschi non permisero la costituzione delle Brigate Nere) dovevano probabilmente superare i 15.000 militi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ G.G. Corbanese e A. Mansutti, Zona di operazioni del Litorale Adriatico, Udine, Aviani & Aviani editori, 2009.
- ^ Virgilio Ilari, "L'Italia in guerra - Il quinto anno - 1944", Collana: "L'Italia nella 2ª Guerra Mondiale: aspetti e problemi. (1944 - 1994)", Commissione Italiana di Storia Militare, Roma, 1995, pag. 178
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- AA.VV., Com'è bella Trieste, Editoriale Stampa Triestina, Trieste, marzo 2011, ISBN 978-88-7174-129-1
- AA.VV., Krajevni leksikon Slovencev v Italiji - Tržaška pokrajina, Založništvo tržaškega tiska, Trieste, 1990
- Bollettini del Supremo commissario
- Silvio Bertoldi, Salò, BUR, Milano, 1997, ISBN 88-17-25885-7.
- Giorgio Bocca, La repubblica di Mussolini, Mondadori, Milano, 1994, ISBN 88-04-38715-7.
- Crippa Paolo, Cucut Carlo, Milizia Difesa Territoriale e Guardie Civiche nell'OZAK, Soldiershop Publishing, Zanica (BG), 2020, ISBN 978-88-93275484.
- Gabrio de Szombathely, Un itinerario di 2000 anni nella storia di Trieste, Edizioni Italo Svevo, Trieste, 1994
- Stefano Di Giusto, Operationszone Adriatisches Küstenland, IFSML - Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, Udine, 2005, ISBN 88-87388-15-6.
- Francesca Longo e Matteo Moder, Storia della Venezia Giulia 1918-1998, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano, 2004, ISBN 88-8490-629-6
- Giacomo Scotti, Dossier Foibe, Manni, San Cesario (LE), 2005
- Dino Virgili, La fossa di Palmanova, Del Bianco, Udine, 1961
- Luciano Luciani, Gli avvenimenti alla frontiera nord-orientale: l'Alpenvorland e l'AdriatischesKüstenland (1943-45), in Rivista della Guardia di Finanza, n. 2, 2004, pp. 591-646 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2014).