Nebulosa Tarantola
Nebulosa Tarantola Regione H II | |
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Dati osservativi (epoca J2000.0) | |
Costellazione | Dorado |
Ascensione retta | 05h 38m 38s[1] |
Declinazione | -69° 05′ 40″[1] |
Distanza | 160.000[2][3] a.l. |
Magnitudine apparente (V) | 8[3] |
Dimensione apparente (V) | 40' x 25'[3] |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Regione H II |
Galassia di appartenenza | Grande Nube di Magellano |
Dimensioni | 500 a.l. (153 pc) |
Caratteristiche rilevanti | Immensa regione H II nella Grande Nube di Magellano |
Altre designazioni | |
NGC 2070[3], C 103, ESO 057-EN006, h 2941, GC 1269, 30 Doradus, Nebulosa del Dorado[1] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di regioni H II |
La Nebulosa Tarantola (nota anche come 30 Doradus o con le sigle di catalogo NGC 2070 e C 103) è una vastissima regione H II situata nella Grande Nube di Magellano. È la più grande regione di formazione stellare conosciuta nel Gruppo Locale di galassie.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Questa nebulosa, di ottava magnitudine apparente, si osserva nella zona nord-orientale della Nube, ed è visibile in prevalenza dall'emisfero australe, dove si presenta circumpolare in tutte le regioni meridionali poste all'esterno della zona tropicale; dall'emisfero nord, al contrario, la nebulosa è visibile solo a sud del Tropico del Cancro.
Impossibile da osservare ad occhio nudo, è individuabile senza difficoltà tramite un semplice binocolo, presentandosi come una macchia tondeggiante dai bordi molto sfumati; le sue ramificazioni luminose appaiono invece con un telescopio amatoriale, che consente di rilevare anche alcuni addensamenti di stelle e ammassi aperti.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]La Nebulosa Tarantola fu ritenuta in un primo tempo una stella, poi chiamata 30 Doradus; nel 1751, Nicolas-Louis de Lacaille riconobbe la sua natura nebulare.
La Nebulosa Tarantola ha una magnitudine apparente pari ad 8; considerando la sua distanza di 160.000 anni luce, si tratta di un oggetto estremamente luminoso. Infatti, si tratta della regione di formazione stellare più attiva del Gruppo Locale di galassie; al suo centro, un ammasso estremamente compatto di stelle calde e giovani produce la maggior parte dell'energia che rende visibile la nebulosa. La reale dimensione della Nebulosa Tarantola è di circa 1.000 anni luce;[2] se fosse posta alla stessa distanza della Nebulosa di Orione (un'altra regione di formazione stellare, visibile ad occhio nudo) sarebbe 60 volte più grande della luna piena. Nelle aree centrali della nebulosa si trova un ricchissimo e compatto ammasso di stelle, noto come R136a, il quale è il principale responsabile dell'illuminazione e dell'eccitamento dei gas della nebulosa.[2] Un altro ammasso è Hodge 301.
La Nebulosa Tarantola è stata la sede di un'esplosione di supernova, la cui luce è giunta a noi nel 1987: la supernova SN 1987a, una delle più studiate, data la sua relativa vicinanza (fu visibile anche ad occhio nudo, con una magnitudine apparente pari a 4,0).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c SIMBAD Astronomical Database, su Results for Tarantula Nebula. URL consultato il 22 dicembre 2006.
- ^ a b c Lebouteiller, V.; Bernard-Salas, J.; Brandl, B.; Whelan, D. G.; Wu, Yanling; Charmandaris, V.; Devost, D.; Houck, J. R., Chemical Composition and Mixing in Giant H II Regions: NGC 3603, 30 Doradus, and N66, in The Astrophysical Journal, vol. 680, n. 1, giugno 2008, pp. 398–419, DOI:10.1086/587503.
- ^ a b c d SEDS Students for the Exploration and Development of Space, su Results for Tarantula Nebula. URL consultato l'8 maggio 2007 (archiviato dall'url originale l'8 maggio 2007).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Libri
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Mina Kafatos, Michalitsianos Andrew G., Supernova 1987A in the Large Magellanic Cloud, Cambridge University Press, 1988, ISBN 978-0-521-35575-9.
- (EN) Chaisson, McMillan, Astronomy Today, 6ª ed., Englewood Cliffs, Prentice-Hall, Inc., 1993, ISBN 0-13-240085-5.
- (EN) Thomas T. Arny, Explorations: An Introduction to Astronomy, 2ª ed., Boston, McGraw-Hill, 2000, ISBN 0-8151-0292-5.
- AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 1996.
- J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
- W. Owen, et al, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.
- J. Lindstrom, Stelle, galassie e misteri cosmici, Trieste, Editoriale Scienza, 2006, ISBN 88-7307-326-3.
Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume II - The Southern Hemisphere to +6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-15-8.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0 - Second Edition, Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nebulosa Tarantola
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Catalogo NGC/IC on-line, su ngcicproject.org.
- (EN) Dati di NGC 2070 - SIMBAD, su simbad.u-strasbg.fr. (dettagli identificatori, misure)
- (EN) Dati di NGC 2070 - NASA Extragalactic Database, su ned.ipac.caltech.edu.
- (EN) Dati di NGC 2070 - SEDS, su spider.seds.org.
- (EN) Dati di NGC 2070 - VizieR Service, su vizier.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 2070 - Aladin, su aladin.u-strasbg.fr.
- (EN) Immagini di NGC 2070 - SkyView, su skyview.gsfc.nasa.gov.
- (EN) Pagina sulla Tarantula Nebula presso il SEDS, su seds.org.
- ESO, ESOcast 162 Nebulosa Tarantola ripresa dalla VLT survey, su YouTube.
- ESO, Confronto della nebulosa Tarantola in luce infrarossa e visibile, su YouTube, 13 settembre 2019.