Palazzo Caracciolo d'Arena
Palazzo Caracciolo d'Arena | |
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Il portale | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Località | Napoli |
Coordinate | 40°51′08.22″N 14°15′39.85″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Costruzione | XV secolo |
Uso | residenziale |
Il Palazzo Caracciolo d'Arena è un importante palazzo di Napoli, ubicato al civico 169 di via dei Tribunali.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo è una testimonianza rinascimentale, barocca e rococò nel centro antico della città: le parti più antiche, quali gli arconi nel cortile, risalgono al XV secolo, mentre l'impronta complessiva è data dal restauro settecentesco.
Il palazzo era in origine dei Caracciolo marchesi di Arena[1] e costituiva con l'adiacente palazzo Caracciolo di Martina avente ingresso da vico Sedil Capuano e con altre residenze dei Caracciolo a Capuana un elemento importante dell'insediamento della nobile famiglia nell'area di Capuana e del decumano maggiore. Il palazzo nell'Ottocento passò poi alla Marchesa Giacomina Como Falces e ai suoi figli ed eredi baroni Vitale di Santa Maria Iacobe.
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il palazzo ingloba gli arconi dell'antico sedile di Capuana. La facciata, in stato di degrado, è riccamente decorata a stucco e traforata dalle finestre con andamento sinuoso delle balaustre dei balconi in piperno.
Il portale in pietra di piperno è anch'esso riccamente decorato: il mascherone che funge da chiave di volta e lo stemma gentilizio dei Caracciolo lo raccordano al balcone centrale del piano nobile. Fu lavorato nel 1744 dai pipernai Giovanni Passaro e Domenico D'Ambrogio sotto la guida di Bartolomeo Vecchione[2].
Nel cortile c'è una scala aperta concepita ad unica arcata per piano, la cui configurazione originale è stata alterata con l'aggiunta di due pilastri in calcestruzzo armato al fine di rendere la struttura un po' più stabile dopo i danni dei bombardamenti, ma senza però badare alle conseguenze architettoniche.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Il ramo d'Arena trae origine dal ramo dei Caracciolo Pisquizi quando lo stato di Arena fu acquistato il 10 gennaio 1694 da Geronimo Caracciolo, già duca di Soreto, nominato Marchese del feudo dal Re di Spagna Carlo II nel 1699. Il ramo d'Arena si estinse a partire dalla fine della seconda metà del XIX secolo., su siusa.archivi.beniculturali.it.
- ^ Marina Cavalieri, Porte, portali e roste di Napoli, Newton & Compton editori, Napoli, 1995
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Francesco Domenico Moccia e Dante Caporali, NapoliGuida-Tra Luoghi e Monumenti della città storica, Clean, 2001
- Italo Ferraro, Napoli atlante della città storica vol. I: Il centro antico, Napoli, CLEAN edizioni, 2002
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
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