Republic RF-84F Thunderflash
Republic RF-84F Thunderflash | |
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Un Republic RF-84 Thunderflash USAF in volo. | |
Descrizione | |
Tipo | Fotoricognitore |
Equipaggio | 1 |
Progettista | Alexander Kartveli |
Costruttore | Republic Aviation Corporation |
Data primo volo | febbraio 1953 |
Data entrata in servizio | marzo 1954 |
Utilizzatore principale | United States Air Force |
Altri utilizzatori | Armée de l'air Luftwaffe Aeronautica Militare |
Esemplari | 715 |
Sviluppato dal | Republic F-84F Thunderstreak |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 14,52 m (47 ft 8 in) |
Apertura alare | 10,24 m (33 ft 7 in) |
Freccia alare | 38,5° |
Altezza | 4,57 m (15 ft 0 in) |
Superficie alare | 30,19 m² |
Peso a vuoto | 6355 kg |
Peso max al decollo | 12 700 kg (27 940 lb) |
Propulsione | |
Motore | Un turbogetto Wright J65-W-7 |
Spinta | 34,7 kN (7 800 lbf) |
Prestazioni | |
Velocità max | 1 092 km/h (678 mph) a livello del mare |
Autonomia | 3 540 km (2 200 mi) |
Tangenza | 14 020 m (46 000 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 Browning M3 da 12,7 mm |
Dati tratti da Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo[1]. | |
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Il Republic RF-84F Thunderflash era un ricognitore, monomotore a getto ad ala a freccia prodotto dall'azienda statunitense Republic Aviation Corporation dalla metà degli anni cinquanta.
Il Thundersflash era uno sviluppo del F-84F Thunderstreak, progettato appositamente per missioni di fotoricognizione.
Esteriormente il nuovo velivolo si distingueva in modo evidente dal predecessore, tanto da guadagnarsi la diversa denominazione: il cono di prua alloggiava le apparecchiature fotografiche con conseguente spostamento della presa d'aria alla radice del bordo d'attacco alare. Dal punto di vista strutturale il nuovo velivolo manteneva invece inalterate le principali caratteristiche.
Storia del progetto
[modifica | modifica wikitesto]L'idea di modificare il Thunderstreak con l'adozione delle prese d'aria nella radice alare anziché nel cono di prua venne avanzata già in fase di produzione del secondo esemplare di F-84F (identificato con la matricola 51-1345)[2] e venne proposta come standard produttivo; l'idea non ebbe seguito se non nella realizzazione del successivo prototipo per la versione da ricognizione fotografica, identificato con la denominazione YRF-84F.
Il nuovo modello, ribattezzato (come detto) Thunderflash, venne consegnato ai reparti di volo a partire dal marzo del 1954; dei 715 esemplari costruiti ben 386 vennero impiegati dalle aviazioni militari di 9 paesi aderenti alla NATO.
Tecnica
[modifica | modifica wikitesto]L'RF-84 era un velivolo dall'aspetto, per l'epoca, tradizionale; monoplano con impennaggio cruciforme, ala e piani orizzontali a freccia, tettuccio a goccia e carrello d'atterraggio triciclo anteriore retrattile.
La struttura di base era quella della versione da caccia F-84F Thunderstreak, con l'evidente differenza rappresentata dalle prese d'aria del motore che erano posizionate sul bordo d'attacco alare in prossimità della radice, a differenza del Thunderstreak che ne aveva un'unica sul muso.
Questa modifica consentiva di alloggiare le apparecchiature fotografiche in un muso completamente riprogettato e dotato di diverse finestrature anteriori e laterali.
La propulsione era affidata inizialmente ad un turbogetto Wright J65-W-1, successivamente sostituito da versioni più recenti e, ovviamente, più potenti. Questo turbogetto era la versione, prodotta su licenza, del britannico Armstrong Siddeley Sapphire.
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]Germania
[modifica | modifica wikitesto]Gli esemplari impiegati nella tedesca Luftwaffe, l'allora neorifondata aeronautica militare della Germania Ovest, rimasero in servizio fino agli anni sessanta quando vennero rimpiazzati dai nuovi Lockheed RF-104G[3].
Italia
[modifica | modifica wikitesto]I Thunderflash giungono in Italia per equipaggiare i reparti del 3º Stormo. Il reparto, inizialmente denominato 3º Stormo Caccia, dal marzo 1954 era stato trasferito da Bari presso la base all'aeroporto di Verona-Villafranca, dal giugno successivo comincia a ricevere prima i caccia F-84G Thunderjet quindi, da dicembre, i primi Thunderflash. Verso la fine dello stesso anno il reparto assunse la designazione di 3º Stormo Ricognitori.[4]
Stati Uniti
[modifica | modifica wikitesto]Il Thunderflash non venne completato in tempo per partecipare alla guerra di Corea; divenne operativo nel marzo del 1954 e rimase in prima linea fino al 1957.
Tra il 1955 ed il 1956 una serie di 25 velivoli, appositamente modificati ed identificati con la sigla di GRF-84F (o in altri casi RF-84K), vennero impiegati operativamente dal 99th Strategic Reconnaissance Wing come caccia parassita, abbinati ai Convair B-36, nell'ambito del progetto FICON.
L'ultima missione operativa avrebbe dovuto essere quella svolta dallo Strategic Air Command, esattamente del 71st Strategic Reconnaissance Wing, il 22 maggio 1957. I velivoli, tuttavia, vennero riportati in servizio operativo nel 1961 per essere impiegati intensamente dal 117th Tactical Reconnaissance Wing durante la crisi di Berlino.[5]
Il Thunderflash venne definitivamente dismesso nel 1972 (dopo essere stato passato in servizio all'Air National Guard).[6]
Esemplari attualmente esistenti
[modifica | modifica wikitesto]Italia
[modifica | modifica wikitesto]Lido di Jesolo (VE)
[modifica | modifica wikitesto]Un esemplare di RF-84 Thunderflash, matricola M.M. 27456 ed insegne 3-4, è visibile all'ingresso del kartodromo di via Roma DX.
Due Carrare (PD)
[modifica | modifica wikitesto]Un RF-84 Thunderflash, matricola M.M. 52-7339 e con le insegne 3-91 della 3ª Aerobrigata Ricognizione Tattica, è posizionato dinanzi al Castello di San Pelagio, nell'omonima località del comune di Due Carrare, sede del Museo dell'aria e dello spazio. Al maggio 2009 le condizioni del velivolo sono precarie.
Vigna di Valle (RM)
[modifica | modifica wikitesto]Un RF-84 Thunderflash, matricola M.M. 52-7458 e con le insegne 3-05, è esposto presso il Museo storico dell'Aeronautica Militare, nel Padiglione SKEMA dedicato ai velivoli più recenti della storia aeronautica italiana.
Rimini
[modifica | modifica wikitesto]Un RF-84F, matricola M.M. 27459 e con le insegne 3-54, è esposto presso il Parco Tematico dell'Aviazione, Rimini.[7]
Orzinuovi (BS)
[modifica | modifica wikitesto]Un RF-84F, matricola M.M. 52-7379 e con le insegne 3-13, è esposto in "Piazza Aeronautica" come monumento.
Bussolengo (VR)
[modifica | modifica wikitesto]Un RF-84F è esposto nel parcheggio privato della Pizzeria Ristorante Bel Camin. Il velivolo è presente in questa proprietà da molti anni e nel tempo ha subito un graduale deterioramento dovuto alla chiusura del locale per alcuni anni. Solo recentemente, in seguito alla riapertura, è stato recuperato esteriormente.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Modellismo
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) F-84 Thunderjet, F-84 Thunderstreak, RF-84 Thunderflash, XF-91 Thunderceptor, su Cybermodeler Online, http://www.cybermodeler.com, 26 novembre 2009. URL consultato il 2 aprile 2010.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.6), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. p.38-41.
- ^ Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.6), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.240.
- ^ (EN) Greg Goebel, [2.2] STARFIGHTER IN GERMAN, DUTCH, & BELGIAN SERVICE, su AirVectors, http://www.airvectors.net, 1º luglio 2009. URL consultato il 12 giugno 2009.
- ^ 3° Stormo S.O., su Aeronautica Militare, http://www.aeronautica.difesa.it. URL consultato il 12 giugno 2009.
- ^ John Pike. RF-84F "Thunderflash" in GlobalSecurity.org.
- ^ (EN) Marcelle Size Knaack, Encyclopedia of US Air Force Aircraft and Missile Systems: Volume 1 Post-World War II Fighters 1945-1973, Washington, DC, Office of Air Force History, 1978, ISBN 0-912799-59-5.
- ^ (EN) Republic RF-84F "Thunderflash", su Il Parco Tematico dell'Aviazione, http://www.museoaviazione.com/. URL consultato il 24 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 3 luglio 2010).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Enzo Angelucci, Paolo Matricardi, Guida agli Aeroplani di tutto il Mondo (Vol.6), Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1979, pp. p.38-41.
- Achille Boroli, Adolfo Boroli, L'Aviazione (Vol.12), Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, pp. p.46-53.
- (EN) Peter M. Bowers, Enzo Angellucci, The American Fighter, New York, Orion Books, 1987, ISBN 0-517-56588-9.
- (NL) Gijs Hiltermann, Republic F-84F Thunderstreak - Vliegend in Nederland 1, Eindhoven, Paesi Bassi, Flash Aviation, 1988, ISBN 978-90-71553-04-2.
- (EN) Marcelle Size Knaack, Encyclopedia of US Air Force Aircraft and Missile Systems: Volume 1 Post-World War II Fighters 1945-1973, Washington, DC, Office of Air Force History, 1978, ISBN 0-912799-59-5.
- (EN) Ray Wagner, American Combat Planes, Third Enlarged Edition, New York, Doubleday, 1982, ISBN 0-385-13120-8.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Republic F-84 Thunderjet
- Republic F-84F Thunderstreak
- Republic XF-84H Thunderscreech
- Republic XF-91 Thunderceptor
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Republic RF-84F Thunderflash
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Maksim Starostin, Republic RF-84F Thunderflash; 1952, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 24 maggio 2009.
- (EN) John Pike, RF-84F "Thunderflash", su GlobalSecurity.org, http://www.globalsecurity.org. URL consultato il 12 giugno 2009.
- (EN) Republic F-84 Thunderjet / Thunderstreak / Thunderflash, su Military dictionary, http://www.militaryfactory.com, 23 luglio 2008. URL consultato il 12 giugno 2009.
- (EN) Republic RF-84K Thunderflash, su National Museum of the US Air Force, http://www.nationalmuseum.af.mil. URL consultato il 24 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2013).
- (EN) Republic RF-84F Thunderflash, su Pima Air & Space Museum, http://www.pimaair.org. URL consultato il 24 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 7 luglio 2010).
- (RU) RF-84F Thunderflash, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 24 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2013).