Attacchi suicidi del 2004 al porto di Ashdod
Attacchi suicidi del 2004 al porto di Ashdod | |
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Memorial alle vittime | |
Data | 14 marzo 2004 16:20 |
Infrastruttura | Porto di Ashdod |
Stato | Israele |
Località | Ashdod |
Coordinate | 31°49′49.14″N 34°38′28.56″E |
Responsabili | Due assalitori palestinesi. Sia Hamas che Fatah hanno rivendicato la responsabilità |
Motivazione | Parte della campagna militare della seconda intifada |
Conseguenze | |
Morti | 12 (2 suicidi) |
Feriti | 16 |
Mappa di localizzazione | |
Gli attacchi suicidi del 2004 al porto di Ashdod sono stati due attacchi suicidi avvenuti quasi contemporaneamente il 14 marzo 2004 nel porto di Ashdod ad Ashdod, in Israele. 12 persone, assalitori compresi, sono state uccise e 16 sono rimaste ferite. Hamas e Fatah hanno rivendicato la responsabilità congiunta.
L'attacco
[modifica | modifica wikitesto]Domenica 14 marzo 2004 due attentatori suicidi palestinesi che indossavano cinture esplosive nascoste sotto i vestiti si avvicinarono al Porto di Ashdod. Nonostante le diverse misure di sicurezza i due kamikaze riuscirono a infiltrarsi nel complesso.
Alle 16:20 i kamikaze fecero detonare i loro ordigni esplosivi: uno esplose in un ufficio all'interno del complesso e l'altro esplose dopo pochi istanti all'ingresso del complesso. L'esplosione uccise dieci civili, la maggior parte dei quali erano lavoratori portuali e ne ferì altri 16.
Morti
[modifica | modifica wikitesto]Gli autori e la risposta israeliana
[modifica | modifica wikitesto]Hamas e Fatah hanno rivendicato una responsabilità congiunta per l'attacco e dichiarato che è stato eseguito da due ragazzi di 18 anni del campo profughi di Jabalya nella Striscia di Gaza.[2] I due assalitori riuscirono a infiltrarsi in Israele da Gaza nascondendosi in un container che attraversava il Valico di Karni.[3] Un leader di Hamas a Gaza ha dichiarato che il piano originale era che i kamikaze avrebbero fatto esplodere i serbatoi di carburante nel porto; secondo Israele i bombardieri intendevano effettuare un "mega attacco" con centinaia di vittime, ma invece si fecero esplodere a centinaia di metri dai serbatoi.[3] Successivamente è stato rivelato che l'attacco fu finanziato e diretto da Nizar Rayan.[4] In risposta, il fondatore di Hamas, Ahmed Yassin, fu ucciso insieme alle sue guardie del corpo in uno sciopero degli elicotteri israeliani a Gaza.[5]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j (EN) Archived copy, su old.btselem.org. URL consultato il 27 novembre 2013 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2012).
- ^ (EN) Suicide Bombing at Ashdod Port. URL consultato il 1º gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2019).
- ^ a b (EN) Port Blast, Maritime Workers Journal. URL consultato il 2 gennaio 2009 (archiviato dall'url originale il 23 agosto 2006).
- ^ (EN) Yaakov Katz, Nizar Rayyan considered successor of Ahmed Yassin, The Jerusalem Post, 1º gennaio 2009. URL consultato il 1º gennaio 2009.[collegamento interrotto]
- ^ (EN) Israeli missile strike kills Hamas founder, su Chicago Tribune, 22 marzo 2004.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Suicide bombing at Ashdod Port- pubblicato dal Ministero degli esteri israeliano
- (EN) Suicide blasts kill 11 Israelis - pubblicato su BBC News il 14 marzo 2004
- (EN) Bomb fiends kill 11 - Israel cancels this week's summit- pubblicato sul New York Post il 15 marzo 2004
- (EN) Suicide bombers kill 10 at Israeli port- pubblicato sul New York Post il 15 marzo 2004
- (EN) Homicide Bombers Slay 11 in Israel- published on Fox News il 15 marzo 2004
- (EN) Teenage bombers kill 10 after breaching Gaza fence - pubblicato sul The Independent il 15 marzo 2004